Il silenzio e la buona parola, l’armonia della foglia che cade dall’albero. Osservarsi interiormente, riflesso dell’universo. Responsabili, coinvolti in un mondo che diviene scelta. L’inestimabile della notte in preghiera. Tutti i castelli di sabbia tornano al mare. Ogni volta che ci poggiamo la mano sul cuore provo sollievo. Mi ero ripromesso non prendere appunti, chiedere della carta e una penna a delle gentili signore è stato rassicurante.
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Aveva l’anima a pezzi e il cuore in disuso. Entrò in quella stanza per scappare dal rumore di un mondo che le si sgretolava sotto ogni passo. Gli occhi bagnati dalle lacrime, la voce rotta dal pianto, il respiro scandito da un’altalena di emozioni. Si sarebbe mai perdonata? Nel buio di quella stanza una voce cercava una risposta. Sarebbe mai arrivata quella risposta? In un gioco di ricordi e rimorsi, dove i rimpianti avevano scalzato via i sogni di una vita, ecco riaffiorare i momenti più importanti che avevano disegnato il suo destino. Le stavano presentando il conto? Amori, amicizie, lacrime e gioie danzavano in quella stanza soffocando pian piano i suoi respiri. Le mani tremanti, i passi decisi e sicuri, i battiti ora veloci bramavano il silenzio. Lo avrebbe fatto davvero? Ne avrebbe avuto la forza o si sarebbe perdonata per non essere diventata ciò che aveva sempre creduto di poter essere.
Cristina Cocuzza