Martorina, terra dal seducente richiamo. Dall’ombra del grande e antico albero, che ha accolto tanti passanti. Lì, attende il cavallo che scorge la calorosa e abbagliante luce al suonar incessante delle cicale. Il ponentino con delicatezza soffia quando il sole è al massimo dello splendore, e ogni cosa si riempie di allegro movimento diffondendo nell’aria il profumo del solitario cespuglio che attende con pazienza la mano di chi lo accarezzerà. Ma a breve, Il rosa del calante sole come per magia cambia le calcaree e bianche pietre in pregiati quarzi dal rosa splendente. Mentre il riccio tranquillamente vaga, la volpe si prepara per la danza notturna. Così viene l’ora della musica, ispirata dal buio del plenilunio dove ogni creatura partecipa alla sinfonia con la propria canzone fino alla visita del nuovo giorno,… che è ispirazione continua di tutto il creato. (Carmelo Arezzo di Trifiletti)
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Oh My God
Shalom
21 Marzo 2007 – Breve pausa, avevo bisogno di zuccheri, e solo oggi posso capirne l’importanza, dopo aver passato una giornata con una persona speciale, un barbone come osiamo chiamarli, che si è fermato sopra il lenzuolo, e mi ha parlato in inglese, ma io non parlo l’inglese, e allora ha iniziato a parlare italiano, e poi parlava con i cinesi in cinese, con gli arabi in arabo, con i russi in russo, insomma conosceva tutte le lingue. Aveva gli stessi occhi di Babbo Natale, e quando gli chiesi il suo nome: mi ha detto alla fine del pomeriggio dopo aver camminato per isolati, seduto in molti caffè, averlo ascoltato per ore, sapeva molto sulla vita, direi di più, ed io pensavo, ma e’ Dio, ma se Lo fosse, mica lo confiderebbe, forse lo lascerebbe intuire, oppure, pensavo, e’ un ricco travestito da povero, le mani le aveva molto curate, la sua barba era pulita, la pelle sana, e non emetteva cattivo odore, ogni volta che gli chiedevo di mangiare un boccone Lui mi diceva, no grazie, Io ho il mio cibo, tu pensa per te, e gli ho solamente potuto offrire un caffè, mi parlava di una eterna guerra, del bene e del male, di sua madre, che era la più bella che ci sia, eppure Lui non l’ha mai vista, e nemmeno suo padre, Lui dice che suo padre è morto nello stesso giorno del Re Vittorio, o almeno questo ho capito, mi parla della monarchia, come un bimbo parla dei lego, di Mussolini, mi fa’ entrare dentro il suo mondo, ma non troppo, mi parla del freddo, della gente che guarda solo le apparenze, della sua vita, anzi delle sue due vite, si perché lui mi parla di queste due vite, io a volte non riuscivo a seguirlo, quello che diceva era troppo veloce, poi alla fine passiamo per un negozio, e mi dice quello potrebbe essere il mio nome, ecco sembra una fiaba e a me piace crederci, il negozio si chiamava Shalom. E con questo per oggi e tutto, ritorno a dipingere le impronte di Lexington, a vedere germogliare tutti i semi che oggi mi sono stati donati, da chi apparentemente non ha nulla, che ha pensato anche a prendere dello zucchero per il mio caffè, che alla fine, mi ha detto grazie di questo pomeriggio, che dopo che ho preferito dileguarmi per riprendere la mia storia, in sua assenza ora mi rendo conto che mi ha fatto dono della più grande storia.
INSHALLAH
INSHALLAH – Accendo una lampada, sono dentro la mia stanza, mi connetto alla rete, scarico il mio sentore, non mi importa giudicare, provo dolore per la morte, sia del bianco che del nero, mi piace la rivoluzione, mi dispiace la barbarie. Chi di vita viene privato può essere martirizzato, perché non processato. Provo dolore per la guerra e le sue barriere, per le armi e le sue bandiere. Come un bimbo, sono arruolato nell’esercito dell’Immacolato, ho peccato ed ho imparato a riflettere sul sotterrato. Da lontano vedo luoghi, che vicino mi sembrano fuochi, è arrivata la notizia, tutti insieme la leggiamo, ma se poi ci ritroviamo sempre soli rimaniamo.
Il giudizio è rinato per condannare chi carnefice vuol restare, ma il cuore ha bendato chi gli occhi non vuole usare. Per guardare c’è rimasto un imbuto di dolore, un dolore sempre nato da coloro che non hanno amato. “23.10.2011”