Mio nonno aveva un giardino magico, lo curava col solo amore di viverci intorno, lasciava che l’edera si arrampicasse, e che le rose divenissero alberi. Concepire la bellezza primordiale, l’ordine naturale che sconosce disordine. Se solo oggi si riuscisse a sentire l’emozione, non come una macchia di colore, ma come l’opera che risiede interiormente, il vissuto visto come passaggio memorabile. (Catania Visionaria)
Etere – Ritrovare un pezzo di bancale, portarlo a piedi fino a casa per dipingerci con la carta del pane, nutre la mia realizzazione. Ogni volta che ci passo difronte immagino nella mia fantasia il museo “imprints of peace” – Villa Manganelli. (Catania Visionaria) / Tornato a casa, trovai conferma nella luna, misi il legno riscattato dinanzi il Ficus e la Palma, quello spazio di cielo aperto desiderava impregnare l’inizio di quell’opera. (Via Ramondetta)