Il coraggio di trasferire universi, ricamare pensiero

Considerazione del tempo, l’esperienza, l’insegnamento, il racconto e il sogno. L’inizio, l’ingresso orienta l’eclissarsi dentro. Interiore prospettiva, fatua visione oscilla parola. Abbandono della forma, il tutto diviene uno. Respiro profondo, scintilla viaggia, astrale. La Luna, l’Oceano e l’imbarcazione. – La Chiave / La fede e il prodigio. (@) – Una piccola pietra misteriosamente aveva incontrato il nostro passeggiare, la sua voce mi ha riportato al presente da custodire, strana la sua forma, prezioso il momento. Avevo fatto un nodo ad un elastico usurato, pensavo utilizzarlo come sostegno di un’opera in cantiere, l’avevo trovato dinanzi il portone, ho creduto fosse di una bambina con i capelli neri, lisci e lunghi. L’iniziazione dell’opera, nasce a volte dai ritrovamenti, l’unione dei momenti, lo spazio e il tempo. Riavviandomi per casa, ritrovai nelle tasche solo la piccola pietra, tornai indietro a cercare quel momento smarrito, avevo dedicato pensiero a quell’elastico! lo cercai rifacendo il percorso, tra le foglie il cuore, gli occhi cercavano, all’improvviso feci un salto e trovai un filo rosso. Lasciai alla sorte quel momento e feci un altro nodo dinanzi una scritta, Catania città del fuoco. (Piccoli Soli d’Argilla)

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Sono un creativo e ragiono da creativo. Coloro che creano mettono a disposizione della comunità una visione, condividono il proprio essere per una ipotetica evoluzione. Le mie sono piccole riflessioni, che spero possano essere utili a spiegare l’universo che respiro nel mio modo di agire. Sogno da sempre un progetto denominato nel mio fare: Riscatto dei Talenti, ridare una dimora a chi casa non ha, poter far riemergere la bellezza interiore.

One thought on “Il coraggio di trasferire universi, ricamare pensiero

  1. Claudio Mario Andrea

    Tra Cielo e Terra – Oggi i cieli al tramonto erano dipinti dal generoso animo di una persona rara, disponibile e rassicurante. Il padre di un caro amico, si è dimesso dal mondo terreno. Con Enrico, non avevamo orario, dal mare alla montagna non utilizzavamo grandi parole, uniti da un pensiero. In una curva, una notte la ruota davanti del mio scarabeo si scoppiò e scivolammo a velocità escoriandoci braccia, mani e gambe. Suo padre in quell’occasione, tranquillizzando mia madre mi accolse nella loro dimora, il medico del nonno si prese cura delle nostre amare ferite. Ero in fila per aprire il mio primo conto in banca, quando suo padre si accorse di me, mi accompagnò con fare familiare dal direttore, raccomandandomi al suo cuore. Piccoli gesti, un gentiluomo, un respiro nobile. Incontravo spesso suo padre, scambiavamo sempre quattro parole, tre erano fondate su Enrico. Addolorato e vicino a tutta la famiglia. (Grimaldi di Serravalle)

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