Siamo figli delle riviste, flusso di coscienza, pietra, terra cercano comunicare, realtà non è quella riflessa, risveglio di ciò che era. Velocità, efficienza, valore effimero. – Il sole giunge al tetto, oggi ha piovigginato, il cielo ha desiderato benedire la terra, uccellini intarsiano delicatamente il fluire del tempo. Humus, mi comprasti mazzetti di piantine ortive. Era grande quel libro di codice che provavi adoperare per fermare le crepe nel garage, tutto tremava, era iniziato il progetto metro. Alfredino, povero bambino, I ragazzi della prateria, ti piaceva farci vedere Aidi. Bello il tuo giardino, magico vedere le viti arrampicarsi sui pini. Natura, armonicamente vita si esprime. (Cicetto)
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Guardian world
Credo in una luce che emana calore, vibra il respiro della fanciulla innamorata del suo vulcano. Coloro che non conoscono la bellezza e se ne fanno carico, sono bestie pericolose. Il pianeta è in serie difficoltà, credere alla futura salvezza del genere umano potrebbe essere un sogno utopico. Bene comune, visionario, non ambire a niente che non sia un sogno per la gente. Siamo di passaggio, l’impronta testimonia l’essenza, ragionare di coscienza, camminare, immaginare per il gusto di donare. Soffia il vento, spazio cerca comunicare con sordi non vedenti. (La mappa del mondo antico)
Villa Bellini, Catania
Finito il tempo delle carrozze, un giardino nasce dentro il giardino. Un bosco si racconta, ogni albero ha una storia, porta ombra e ristora. Rigenera ossigeno, un metro quadrato di bosco diventa spazio infinito, involontario connette fiumi e oceani. Sorgente speranza bacia statua semenza. Prodigio non è artificio, incontro di rami sembrano braccia, accolgono il nuovo giorno. Medita lo straniero su quanto è bello il sogno. Realizzato in fantasia, come per magia un dono narra poesia. Libero dal tempo, gode del canto del vento, dei nidi dei passeri, della protezione di Madre Natura.
Planet in the recovery room
Santa Marta è descritta come una donna di casa, sempre pronta ad accogliere il gradito ospite affaticandosi in mille premure, a differenza di Maria che invece preferiva starsene in un angolo a contemplare in silenzio Gesù. Nel Vangelo si legge che Danta Marta dice rivolgendosi al Maestro: “Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti” E Gesù rispose: “Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“ . Santa Marta di Betania non si ferma neanche in occasione del banchetto che celebra la resurrezione del fratello Lazzaro: anche qui, da vera padrona di casa, è instancabile e si occupa della preparazione del banchetto e degli ospiti. Il significato del nome Marta deriva dall’ebraico Mar e significa ‘signora, padrona’.
Un bambino camminava mano con mano col padre, papà dove sei nato? Il padre rispose con tristezza, e senso di colpa. Figlio mio, eravamo in preda al modernismo, gridavamo buttate giù questi mostri, tutti urlavamo rinnovamento, eravamo in periodo di forte oscurantismo, avevamo perso il senso della ragione. Il verde, il semplice inestimabile ossigeno, insieme a tutti gli elementi erano stati barattati con false promesse, mentre gente rasentava la fame. Gridavamo, buttate giù questi mostri, pulizia, desideriamo pulizia, e non ci rendevamo conto di quanto male stessimo facendo alla terra che ci ospitava. La bellezza, quella vera, era stata messa al bando. Ricordo, un signore umile che esponeva la sua merce come fossero gioielli, non badava al denaro, la sera si vedeva dalla sua finestra una luce fioca ma calda, credevamo fosse un folle, lui non ascoltava niente che non fosse un silenzio intenso, e quella luce erano le sue preghiere. Bambino mio, desideravamo, sognavamo la grande metropoli, grattacieli, autostrade, tecnologia e velocità, ed ora che ci troviamo schiavi di quello che una volta veniva considerato civiltà, ti chiedo scusa per questa atrocità, perdonaci figlio mio. (Respiro piangente)
Si affrettano a distruggere tutto, mentre era tutto in condizioni da poterci dare il pane. Non sono un drammaturgo, sono un visionario realista, tramite la scrittura pochi riescono a pesare la parola, non ho interessi in quello che scrivo se non il bene della nostra terra.
unscrupulous vanity
Quando smetteremo parlare con la pietra l’ora sarà giunta. Catania, Basilica del Carmine
Incrementare volumi di macerie, spregiudicata vanità. Tempo della pietra, non si riesce a guardare oltre, demolire per un meglio vivere. Macerie e polveri vengano ridistribuite in parti uguali per gli avventori di questa sciagura. Catania, Ospedale Santa Marta
social house contemporary artist
In genere nei paesi arretrati, Italia compresa non essendoci scuole specializzate, anche i bambini prodigio vengono considerati autistici. Per me l’autistico ha dei grandi doni. Numero primo, non poter apprendere con metodi classici, quindi in totale sconnessione dalla classe. Purtroppo sono rari i professionisti in condizione di poter comprendere, anzi oserei dire che sono molto combattuti. In tenera età, ricordo avevo problemi d’apprendimento, mi affidarono ad una grande persona (Prof.ssa Tirreni), che in seguito entrò in contrasto con l’insegnante. Lei facendomi adoperare il metodo specifico, riusciva a farmi risolvere il compito in pochissimo tempo, però questo non poteva essere accettato. Ricordo ci fu una diatriba che i miei genitori si rifiutarono appoggiare, e quindi mi ritrovai in un mondo tutto mio, isolato. La situazione è triste, perché la verità è scomoda, conviene che queste rarità cadano in depressione o addirittura si autoannientano, perché potrebbero mettere in difficoltà la media.
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Toni Fish and Imaginary Boat
Un bellissimo gioco, bisogna scrivere velocemente le note, pause minime per non intralciare il fresco ma imperioso avanzare del racconto. Comporre scrivendo nota dopo nota, tutte le note del mondo, e soprattutto tutte le note mai pensate, senza mai perdere la visone del tutto, quello che io chiamo il gioco necessario e qui Arte Involontaria. Alfio Rapisarda
The map of the ancient world
The house under the volcano
Primo capitolo di una storia senza pagine. Immensità delle nuvole viaggiano silenziosamente, corvi planano meticolosamente. Barriera di un tappeto regale, osserva commensali seduti che parlano del sistema. Previsioni meteorologiche prese d’assalto da telecomandi fluorescenti.
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Corso Martiri della Libertà, Catania
Manifesto Corso Martiri della Libertà – Buche, erano il risultato della brama di costruzione. Legna risiedeva, molti alberi erano stati incriminati di essere pericolo urbano, senza udienza erano diventati legna a buon mercato. Il primo strato fu riempito in memoria dell’indecenza, in seguito fu curata una campagna di sensibilizzazione ai confini spirituali di una conoscenza navigata nella fantasia che realizza il domani. Il rifiuto rinasce, si trasforma, trasmette, nutre. In poco tempo molti ristoratori si associarono per la realizzazione di un’area compostaggio. Cooperare, comune, coscienza, furono tre parole a colmare la realizzazione del primo Orto Metropolitano, Consacrato al sacrificio dei Martiri che portarono luce nel nostro presente.