Casa, viaggio, contenitore memoria, respiro spirituale. Casa Museo Sotto l’Etna
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democratic visions
Anonymous spiritual bridges
Non è difficile. Vetro visibile, trasparente, preparazione incontro fluidi, connessione albero. Ponti spirituali anonimi. Il Simeto (Simaethum in latino, Symaithos, Σύμαιθος in greco antico, Wādī Mūsā, ossia “Fiume di Mosè”, in arabo). Ero bimbo, ora lo sono di più. Immersi nella tecnologia, si rischia perdere il contatto col sentire, sentimento. Non credo si perda nessuno, ognuno in cuor proprio conserva bellezza incontrata. Ci si può imbattere nel preconfezionato, l’augurio è il risveglio. Tempi duri per i sognatori.
La Forza del Credo
Il miracolo del credo: il credo è la forza assoluta, è un dono, è un dono di ricerca. Essere disposti ad affrontare le mille domande, senza avere paura di smarrirsi perché la bussola è l’amore, l’amore per la vita.
Allora nel tempo avviene che troppe incomprensioni, incoerenze si incontrano, si soffre per le visioni che nella debolezza cedono a facili ascolti, visioni a volte giuste, altre sbagliate. Ma non importa, tutto va visto, tutto va sentito, tutto deve essere prima sentito, e poi visto, perché vedendolo possiamo girarci intorno, vedere la testa o la coda, il profilo, distinguerlo se inganno o verità, ma in entrambi i casi sempre insegna, basta distinguere. La forza del credo è credere a quello che si vede nell’aria. Lo vedi solo tu, devi crederci se vuoi crescere, devi soffrire, devi arare il tuo cuore, se vuoi che venga fuori un buon frutto, non devi dare ascolto al pubblico, ora il pubblico sei tu, gli altri sono semafori, sono complici, sono antagonisti, sono un tutt’uno in te, se tu lo desideri. La forza del credo è quando ti svegli, e hai la forza di attendere, di rinunciare a sudditare per il gusto di coloro che amano farsi sudditare, la forza del credo è costruire il proprio percorso, come quando si scende da un fiume, usando i remi per guidare il proprio essere. La forza del credo è quando credi, che tutto è uno, e uno è tutto, quando riesci a mettere il mondo dentro un chicco di riso, e fare di quel chicco di riso il tuo mondo. La forza del credo è quando ti svegli, ti addormenti, e sempre vinci il tuo drago, perché in ognuno di noi esistono draghi, che ci assalgono, ci fanno vedere tutto in maniera distorta. A volte ci fanno sentire le malelingue di un amico, che nella sua insicurezza si esalta abbassando la nostra presenza, noi soffriamo per la bassezza, ma solo lo scudo dell’amore ci protegge da noi stessi, dalla nostra rabbia, solo il tempo ci risponde vittoria. La forza del credo è farsi crocifiggere, per credere di risorgere, e risorgere per donare fede sul credo, perché solo la verità è realtà, l’inganno è frutto marcio, travestito da frutto buono, ma non ha nutrimento per la nostra crescita, ma solo nutrimento per il nostro terreno di ricerca. Prendete tutto il marcio del mondo, concimateci la vostra ricerca, non disprezzate l’inganno, perché è il frutto non curato, non siete voi, voi siete il contadino, che cura l’albero, non nutritevi di esso, riponetelo sul terreno, diventerà il vero cibo di vermi e radici. Ho visto vecchiette fare di una frittata la pace tra famiglie, ho visto anziani togliere mali attraverso spighe di grano, ho visto farfalle provocare col solo battito d’ali uragani, ho visto, e ho sentito nella fede, nel credo, e nella preghiera fatta a bocca chiusa, occhi chiusi, cuore spalancato, cuore che vive la passione, ho sentito forza, ho sentito soccorso, ho vissuto miracolo, miracolo visto nelle cose più insolite, nelle cose più piccole. Pregate con fede, pregate con cuore, augurate al Vostro nemico di trovare la strada del cuore, augurate ai Vostri carnefici, di convertirsi, perché loro non conoscono il dono della luce, augurate bene, non augurate mai male, perché il male continuerà a lacerarvi, continuerete a nutrirvi di frutti marci. La forza del credo è quando tu credi che tutti i nodi vengono al pettine, e quando sei pronto ad aiutare, e a farti aiutare, quando si sciolgono i ghiacciai, quando l’acqua fluisce, nutre, disintossica, rende fertile qualsiasi terreno, perché l’acqua è vita, vita che merita rispetto, perché anziana creatura dell’universo. Quanta passione per i Maya, per extraterrestri, quanta passione per L. da Vinci, quanta passione per tutto ciò che è stato scritto, ma perché non iniziamo a leggere attraverso la geometria di una foglia di una comune pianta, e non ritorniamo ad osservare la comunione tra formiche, oggi tutti oggi fanno corsi (termini assurdi) il mio corso, che seguo da tempo, è il cielo e la terra, mia maestra è la natura. Se butto un cerino in un pagliaio provoco un incendio, l’azione è semplice, la reazione è disastro, ogni nostra piccola azione ha delle conseguenze, anche tra estranei provoca delle conseguenze, anche tra chi non ci conosce provoca delle conseguenze, conseguenze che sono legate per sempre a noi, perché le abbiamo causate. << Siamo agnelli in mezzo ai lupi, bisogna stare restii come serpenti, e limpidi come colombe, e poi dobbiamo amare, amare, e ancora amare, e se qualcuno ci sta per ferire consideriamoci già armati perché non esiste spada più tagliente dell’amore >> (Gesù di Nazaret).
Non esiste protettore più importante, più potente di tutto ciò che ci circonda nel tempo, perché nello spazio tutto è compiuto, nello spazio tutto è. Credo che generazioni di specie, non siano altro che un battito di ciglia del Padre, per quanto l’uomo arcaico abbia pensato di edificare mura, castelli, templi, il Padre è molto oltre qualsiasi pietra, qualsiasi parola, il Padre è memoria, è coscienza, è luce, è sogno, il Padre è presente in ognuno, il Padre è il prossimo che incontri, il Padre è in te, il Padre è in noi.
CATANIA NELLE MANI DI NESSUNO
Catania nelle mani di nessuno – In data 23 Febbraio 2012 alle ore 13 circa, mi ero reso conto insieme ad altre persone che un robusto ramo di un albero della piazza che porta il nome di Abramo Lincoln era pericolante, bastava solo una folata di vento per spezzarlo dalla sua già inoltrata spaccatura, e il caso voleva che il pesante ramo coprisse una delle poche panchine superstiti della piazza centralissima di Catania. Piazza che rischia di divenire un posteggio abusivo, del resto anche li, il comune ha un notevole introito dalle rimozioni, che vista la vicinanza strategica col posteggio della Sostare diventa quasi banale non proteggere lo spazio con delle catene anti traffico, o con qualsiasi altro mezzo economico, primitivo, anzi… hanno pensato genialmente di lasciare un grande ingresso macchine, residuo dai lavori di rinnovo che è costato la chiusura della piazza per molti anni, e che poi non sono mai stati nemmeno iniziati, ma non desidero puntare gli occhi su nessun fatto passato, seppur increscioso.
Quindi bambini, e comuni esseri umani rischiano continuamente di essere investiti da una macchina, oltre ad essere privati di uno spazio che spetta di diritto. Ma credo che oggi la testimonianza del sistema, sia davvero andata oltre tutto ciò che avevo avuto modo di vedere, vivere e sentire. Sentire di una donna all’angolo della stessa piazza, che pochi giorni prima mentre attraversava sopra le quasi invisibili strisce pedonali, viene investita da un pirata, vista la scarsissima illuminazione, e che la polizia interviene con una prontezza di circa un’ora, che ancora dopo aver ricevuto la telefonata degli stessi vigili del fuoco, visto che per sporgere denuncia telefonica mi sono dovuto qualificare, e rilasciare il mio telefono, con risposta e conferma alle ore 21 del 24 Febbraio, con domanda da parte degli stessi Vigili del Fuoco, se il comune avesse rimosso il ramo pericolante ??? Ed io personalmente mi sono sentito come preso in giro. Ma poi in seguito il 25 Febbraio sempre del 2012 alle ore 13 circa, il caso ha voluto che la Polizia Municipale si trovasse sempre in Piazza. Ho provato a comunicarlo, il poliziotto municipale, in sella al suo vespone, molto gentile e disponibile dopo aver costatato la pericolosità del ramo, prende nota pronunciando: lo comunicherò alla centrale. Bene oggi è Lunedì 27 Febbraio sempre del 2012, sono le ore 19.00 mi sentirei inopportuno nel disturbare qualsiasi servizio pubblico, mi rendo benissimo conto che siamo nelle mani di nessuno, che per fortuna nessuno era seduto sotto il robusto ramo pericolante, che nessuno si è fatto male, anzi forse qualcuno oggi è vivo per miracolo.
Inutile mostrare le condizioni in cui gravita il Viale che porta il nome di Leonardo da Vinci, inutile mostrare il perduto senso civico e l’abbandono totale da parte delle istituzioni non solo nella pulizia, ma anche nella segnaletica che porta il nome del genio italiano.
PIAZZA ABRAMO LINCOLN – CATANIA
Piazza Abramo Lincoln Catania
E’ la piazza dove a volte,
riesco ancora a vedere il sole trapassare le foglie,
i rami giocare col vento,
le radici raccontare la loro storia.
“Siamo attimi di uno Spazio Infinito”
346 etnapolis
Mi sento servo di una meccanica senza ingranaggi, servo di un cuore che sente per vedere, questo è il motivo per cui dedico le trenta tele nate dagli ultimi Imprints 2010, a Aung San Suu Kyi.