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Cuore Sacro

Non bisognava dargli alcun minimo contributo, doveva perdere le speranze, esasperarsi, reagire e il gioco era fatto, il compimento di quel disegno ostile era realizzato. La vittima era consapevole di quello che intorno era tramato, e facendo tesoro di coloro che aveva incontrato, si concedeva ristoro continuando a fare per come era dedito marciare. Mattone su mattone, trarre dalla sconvenienza l’opportunità, in cuor suo sapeva di essere grato alla forza che il Signore gli aveva donato, continuava a creare nonostante le voci lo volessero diseredare. Sembrava non sentire alcuna provocazione, restava impassibile come sconoscesse l’intenzione, leggeva disperazione in coloro che non riuscivano accettare vocazione. Non era attratto dalle ricchezze, gli insegnamenti erano collegamenti, raggiungere l’obbiettivo, condividere lo rendeva vivo. La natura e l’essere umano gli erano fedeli, nell’avventura scorgeva quanta meraviglia si celasse agli occhi ignari dei privilegiati, cercavano emergere al cospetto dei disadattati. La notte pensava ai tanti ricordi e si affliggeva per come la storia si era fatta tersa e priva di accordi. Non si capiva come potesse restare dentro quella gabbia, reggere quella situazione così maldestra e fuori ogni funzione, ma il bagaglio era proprio lì, il valore di farcela, una promessa per quei sogni che a volte lo riportavano a messa. (Scritto Contemporaneo)

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La paura genera sgomento

Isola del Mare, Respiro della Terra, Il Parco Ritrovato (Piazza Giovanni Verga) – Si chiese come facesse sapere dei suoi dadi in tasca! non capendo che ci sono cose che al cuore non potevano essere nascoste. Scrisse San Marco: tutto ciò che esce dalla propria bocca, ci rientra. / Cercare sempre il meglio in ognuno è la parte più sana di un percorso. Dentro anche un saluto, risiede la considerazione dell’incontro. Intonare preghiera, nel silenzio è possibile accedervi. Le piccole cose sono testimonianza come la rugiada alle prime luci. Questa è l’aia, quando resta del cibo a casa lo veniamo ad offrire alle colombe. (Fare in Memoria) – Bambino mi piaceva organizzare eventi, ricordo come ieri la prima festa, era un open party, festeggiavo quattordici anni a Trecastagni, si fecero presenti oltre quattrocento amici della piazza con una famiglia impreparata. Ricordo i Natali dai nonni (Casa Museo Sotto l’Etna), e il mio ultimo trentesimo a casa della Zia Matilde. Acqua passata sotto i ponti, acqua bene comune. Oggi il mio compleanno è fare dono dell’esperienza. (48) Mia / Contemporaneità dell’informazione, tralascio dello strato. Ho conosciuto due sorelline, Emma e Etna, mi hanno nutrito di speranza. Il canto sui tetti è sempre più incantevole. (Il Giardino dentro il giardino) / Catania Visionaria

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